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Sta facendo il giro del mondo la bella storia di Max Rosett, il neo assunto da Google a Mountain View senza aver inviato alcun curriculum vitae ma semplicemente grazie al fatto di aver eseguito la ricerca giusta su Google Search.

“Tre mesi fa pensavo di non esser pronto per lavorare a Google, ma l’azienda la pensava in modo diverso” racconta Max Rosett a “The Hustle”.

“Ero nel bel mezzo di una transizione di carriera. Avevo trascorso tre anni di lavoro come consulente di direzione e poi in una startup, ma volevo diventare un ingegnere informatico. Stavo guadagnando un Master in informatica attraverso il programma on line di Georgia Tech. Sapevo che stavo lentamente sviluppando le abilità per un ruolo da ingegnere, ma ancora mancava la fiducia necessaria per fare domanda per un lavoro a tempo pieno.”

Poi ecco che accade qualcosa di insolito: Max cerca su Google la frase “Python lambda function list comprehension, una semplice ricerca per documentarsi per un progetto per la sua seconda laurea,quella in informatica dopo aver conseguito quella in matematica a Yale, ed ecco che magicamente la pagina web è stata inghiottita da uno sfondo nero, dal quale è uscito un testo “Stai parlando la nostra lingua. Sei pronto a una sfida?” seguito da tre opzioni «Voglio giocare», «No grazie» e «Non mostrare più questo messaggio».

Python e Java sono il pane quotidiano per la programmazione in Google e Max ha premuto il tasto giusto ed ha accettato la sfida: è apparsa dunque una schermata con solo testo, simile a un terminale Unix.

“A questo punto mi aspettavo qualcosa come: ‘Segui il bianconiglio’” racconta Max che si è trovato a dover risolvere sfide di programmazione entro 48 ore, missione evidentemente portata eccellentemente a termine. Max ha dunque compilato il form per i dati personali richiesto al termine della sfida ed ecco che dopo non molto tempo è arrivata la convocazione a Mountain View dove gli è stato chiesto di risolvere altri problemi finché, dopo novanta giorni è stato assunto.

Foo.bar è una brillante tattica di reclutamento. Google lo ha usato per identificare …Allo stesso tempo, hanno rispettato la mia privacy e mi ha raggiunto senza chiedere esplicitamente le mie informazioni. Nel complesso, mi è piaciuto il puzzle che mi hanno dato da risolvere, e sono entusiasta per il mio primo giorno come Googler.”